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NUDIBRANCHI - Flabelline

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Post  Luca Tue Mar 02, 2010 9:35 pm

Buona lettura Very Happy




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NUDIBRANCHI

Flabelline


In termini tassonomici sono molluschi (philum), gasteropodi (classe) opistobranchi (sottoclasse), appartenenti all’ordine Nudibranchia. Sono caratterizzati quindi da un corpo molle, privo di scheletro, e dall’assenza di conchiglia nelle stadio adulto, le branchie sono poste sul lato dorso-caudale, ma nella maggior parte delle flabelline sono poste sui cerati.
Il corpo è allungato, le dimensioni sono estremamente ridotte, fino a pochi centimetri.
Per facilitare la descrizione individueremo una zona anteriore o cefalica, ed una zona posteriore o caudale.
La zona anteriore presenta, ventralmente, l’apertura buccale al cui interno possiamo trovare la radula, caratteristica struttura dentellata usata per raschiare il substrato, oppure un apparato privo di strutture dure e sviluppato per una metodologia alimentare basata sulla filtrazione.
Nella parte dorsale troviamo semplici tentacoli chemiocettrici, adibiti quindi al monitoraggio chimico dell’acqua.
La zona posteriore ha nella parte ventrale il piede, esso è un muscolo adibito alla locomozione, attraverso le contrazioni di fasci muscolari specifici crea un movimento ondulatorio che permette lo spostamento, alcune specie di nudibranchi hanno perso il piede e si spostano lungo uno strato di muco viscido, secreto da specifiche ghiandole mucipare, grazie al movimento di migliaia di ciglia poste sotto il corpo, altri organismi prediligono il nuoto o altre forme che ad oggi non sono state ancora ben definite.
Nella parte dorsale sono presenti i caratteristici cerata, tentacoli utilizzati per lo scambio gassoso e la difesa.
Le flabelline, come in generale i nudibranchi, sono zoofagi, si nutrono cioè di organismi animali e talvolta presentano una dieta talmente specializzata da nutririsi di una singola specie. Tra queste rientrano poriferi, antozoi, idrozoi, gorgonie, coralli, tunicati. Talvolta si hanno fenomeni di cannibalismo, oppure viene filtrato il particellato organico.
La respirazione avviene in generale attraverso le branchie poste nella parte dorso-caudale, quindi nude (non protette), caratteristica questa che da il nome ad un intero ordine.
Nei flabellinidi però si è evoluto un sistema di scambio di gas strutturalmente particolare, le branchie cosi come le conosciamo sono scoparse in virtù dei caratteristici cerata, appendici diverticolari che protudono dalla superficie dorsale del corpo per aumentare la superficie del tegumento adibito allo scambio gassoso.
L’escrezione di cataboliti avviene solitamente attraverso l’apparato nefridiale (stutture simili a reni ancestrali) mentre l’osmoregolazione è praticamente nulla nelle specie marine, in quanto isotonici con l’ambiente esterno, caso differente è quello dei molluschi di acque dolci, i quali essendo ipertonici eliminano grosse quantità di acqua con l’urina.
Tutti i nudibranchi sono ermafroditi, presentano cioè contemporaneamente sia le gonadi femminili che le gonadi maschili, ma sono incapaci di auto fecondarsi e necessitano di un partner per riprodursi
L’atto sessuale è raramente preceduto da corteggiamento, molto spesso consiste esclusivamente nella copula che avviene con la disposizione dei due partner fianco a fianco, dal lato destro dove sono presenti gli organi sessuali. La durata dell’atto sessuale è molto variabile, nelle flabelline è cosi veloce da essere raramente osservabile.
Una volta fecondate le uova vengono deposte su substrati duri, avvolte da uno strato di muco che le protegge e le mantiene ancorate.
Le cure parentali sono assenti e la difesa delle uova è assegnata esclusivamente alle sostanze tossiche e caustiche contenute nel muco e nelle uova stesse, indicate da una colorazione viva e appariscente che avverte i possibili predatori.
Solitamente è facile individuare le uova di questi organismi, sia per il vivace colore, sia per la forma a spirale, caratteristica distintiva di questo ordine.
Il ciclo vitale è composto da due fasi, la prima è planctonica, dall’uovo schiude una larva conchigliata, detta veliger, che migra nel plancton, qui si nutrirà e completerà la prima fase. Successivamente secondo segnali chimici interni e influenze ambientali (temperatura, concentrazione di nutrienti, ecc..) la larva migrerà sul fondo dove raggiungerà lo stadio adulto perdendo la conchiglia e completando la metamorfosi.
Questi organismi sono molto appariscenti ma la bellezza dei colori nasconde in realtà un pericolo.
Il colore non è altro che un avvertimento, ciò che a noi provoca stupore nell’osservarli è la dimostrazione di quanto piccoli organismi apparentemente indifesi possano essere letali.
L’attenzione dei subacquei spesso si sofferma sulle affascinanti livree, di grande interesse estetico per la fotografia, o semplicemente per chi riesce a scovare questi piccolissimi organismi, ma dietro la stupenda colorazione è celato un segreto.
L’evoluzione di questi organismi ha portato la scomparsa della conchiglia, dirigendo le metodologie difensive verso nuove forme, con la scomparsa quindi della difesa strutturale, si è sviluppata la difesa biochimica attraverso lo sfruttamento di sostanze tossiche od indigeste.
Il colore cosi vivace è perciò utilizzato dalle flabelline, e dai nudibranchi in genere, come minaccia nei confronti dei predatori.
Per spiegare come possano organismi cosi piccoli e indifesi incutere un tale timore nei predatori bisogna risalire all’origine della loro tossicità.
Il segreto sta nell’aver evoluto una strategia tale per cui gli agenti tossici derivanti dalla loro dieta (antozoi, celenterati, ecc) vengono immagazzinati in diverticoli dei cerata e sfruttati come difesa.
Infatti, nella maggior parte delle specie, all’interno di ogni appendice si insinua un diverticolo dell’intestino che termina in un sacchetto, detto <cnidosacco>, situato all’estremità dell’appendice stessa. In ogni cnidosacco si accumulano le cnidocisti derivanti dalla dieta dell’animale. Essi infatti si nutrono anche di celenterati (soprattutto Idrozoi ed Antozoi) il cui sistema difensivo è costituito dalle cnidocisti, cellule specializzate nella protusione di microscopici aghi capaci di perforare i tessuti della preda e iniettare una sostanza tossica.
I flabellinidi sono capaci di ingerire queste cellule e, senza digerirle, accumularle nello cnidosacco di ogni appendice per usarle a proprio vantaggio.


Questo sistema di difesa è efficace se guardiamo l’intera comunità, infatti il sacrificio di un individuo può determinare la sopravvivenza della popolazione.
Nel Mediterraneo sono presenti oltre 230 specie, di cui 60 sono endemiche, cioè si possono trovare esclusivamente nei nostri mari.
Spesso ogni flabellina si può trovare sull’organismo di cui si nutre, ad esempio Flabellina e Cratena, specie comunissime lungo le nostre scogliere a pochi metri di profondità, trascorrono la maggior parte del tempo su grandi idroidi coloniali del genere Eudendrium.
Le abitudini bentoniche di questi organismi legano la maggior parte del loro ciclo vitale a substrati duri come rocce o pareti, qui si possono trovare mentre cercano organismi di cui si nutrono.
Essi non vivono in gruppi, è infatti facile trovarne pochi individui su estese pareti, essi si riuniscono solo in presenza di grosse quantità di cibo o in periodi riproduttivi (per alcune specie la primavera, mentre altre si riproducono tutto l’anno).

Luca Saponari
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Post  Giovanni Tue Mar 02, 2010 9:45 pm

Complimenti per l'articolo Lu! Wink
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Post  Pierpins Wed Mar 03, 2010 5:00 pm

I miei più sinceri e sentiti complimenti per questa completa, precisa e adatta descrizione di questi simpatici animali Very Happy grande Luca Wink

Ho letto tutto con attenzione e devo dire che hai descritto veramente tutto al meglio (almeno per quel che so io Laughing)

Gran bel lavoro Very Happy complimenti ancora Cool

ps: scusa la mia "solita" curiosità Embarassed ma le foto nella versione pdf son tue? Very Happy

Pierpaolo ciao
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Post  Luca Wed Mar 03, 2010 5:16 pm

Grazie ragazzi!! Very Happy


ps: scusa la mia "solita" curiosità Embarassed ma le foto nella versione pdf son tue? Very Happy
è sempre un piacere soddisfare la tua "solita" curiosità Wink

le foto in copertina, dei cerata e l'ultima sono mie, mentre la Cratena peregrina e il glossodoride sono di mio padre,
i siti in cui sono state fatte sono diversi, da port'alga-Polignano a mare (BA), alle isole Tremiti, a Palinuro.

Comunque sono ben accetti consigli, critiche e domande su qualsiasi cosa Very Happy Very Happy

ciao ciao
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Post  Pierpins Wed Mar 03, 2010 6:08 pm

Luca wrote:Grazie ragazzi!! Very Happy
Pienamente meritati Wink

Luca wrote:è sempre un piacere soddisfare la tua "solita" curiosità Wink
le foto in copertina, dei cerata e l'ultima sono mie, mentre la Cratena peregrina e il glossodoride sono di mio padre,
i siti in cui sono state fatte sono diversi, da port'alga-Polignano a mare (BA), alle isole Tremiti, a Palinuro.

Ti ringrazio per la risposta. Bè devo dire che la macro dei cerata è fatta molto bene..mi sorprendi sempre più Luca Shocked Very Happy

Port'alga la conosco, ci vado spesso, anche by night Very Happy

Luca wrote:Comunque sono ben accetti consigli, critiche e domande su qualsiasi cosa Very Happy Very Happy

Come ti dicevo, ho letto tutto con attenzione e hai descritto bene tutto, in modo completo non lasciandomi niente da chiedere e aggiungere Evil or Very Mad Laughing

Pierpaolo ciao
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