Cnidari e Ctenofori a CalaFuria
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Cnidari e Ctenofori a CalaFuria
L'incontro con questi animali non è sempre piacevole. Infatti il contatto con i tentacoli può provocare più o meno gravi ustioni ed irritazioni (degno di nota il labbro di Marco apparentemente botulinato ) dovute a cellule caratteristiche di questo phylum, le cnidocisti, da cui il nome Cnidaria.
La cellula è situata subito sotto la superficie esterna, da questa si solleva lo <cnidociglio>, il "grilletto",che se stimolato meccanicamente (quindi con contatto diretto) fa scattare l'arma: l'opercolo si apre e con una velocità sorprendente il piccolo arpione intriso di una sostanza tossica fuoriesce perforando la pelle della preda, o del malcapitato, rilasciando il veleno.
Fortunatamente in Mediterraneo non troviamo meduse estremamente velenose come Chironex fleckeri, una cubo-medusa (le più velenose al mondo) che vive nei mari caldi australiani.
In Mediterraneo si aggiudica il primato per tossicità Pelagia noctiluca, una piccola medusa (10 cm di diametro) di colore marrone-rosato, è provvista di lunghi tentacoli retrattili ed estremamente urticanti che dipartono dall'estremità dell'ombrello, possono raggiungere i 10m di lunghezza e sono molto sottili e semi-trasparenti, quasi invisibili in acqua, i grossi tentacoli orali sono dello stesso colore dell'ombrello e lunghi 30 cm. Deve l'epiteto specifico noctiluca alla capacità di emettere bioluminescenza.
In estate non è raro incontrare un gran numero di questi animali vicino costa e in acque molto basse, questi spostamenti sono dovuti a vari fattori tra cui la temperatura dell'acqua, le correnti e le migrazioni delle prede planctoniche.
Negl'ultimi giorni CalaFuria è stata invasa da questi splendidi animali, in particolare abbiamo riconosciuto esemplari di Pelagia noctiluca, Aurelia aurita
e Rhizostoma pulmo.
Sempre appartenenti al phylum Cnidaria abbiamo potuto ammirare Forskalia edwardsi un sifonoforo di circa 1m di lunghezza formato da una colonia di zoidi (unità individuali di una colonia di idrozoi) altamente differenziati e specializzati.
(Fino a 2:08 Forskalia edwardsi)
Assieme al gran numero di Cnidari abbiamo avuto a che fare anche con una serie di Ctenofori di diverse forme. Il phylum Ctenophora raggruppa organismi dal corpo trasparente, allungato a nastro o sferico, tentacolati o atentacolati, privi di cnidoblasti.
Il nome deriva dal greco e indica animali portatori di pettini.
Disposti in file longitudinali, sono formati da ciglia che battono sincronicamente, utilizzati per compiere piccoli spostamenti, e capaci di dar vita a giochi di bioluminescenza.
Questi i due esemplari che abbiamo incontrato nelle nostre immersioni:
Cestus veneris:può raggiungere la lunghezza di 1,5 m
forse un video rende meglio, notate la bioluminescenza tra 0:20 e 0:40 fissando lo sguardo sulle estremità del "nastro"
Bolinopsis infundibulum: lungo 16 cm, la bocca è situata sull'estremità sinistra del corpo (guardando la foto), nuota nella direzione della bocca guidando lo zooplancton direttamente nel sistema digerente.
Luca Saponari
La cellula è situata subito sotto la superficie esterna, da questa si solleva lo <cnidociglio>, il "grilletto",che se stimolato meccanicamente (quindi con contatto diretto) fa scattare l'arma: l'opercolo si apre e con una velocità sorprendente il piccolo arpione intriso di una sostanza tossica fuoriesce perforando la pelle della preda, o del malcapitato, rilasciando il veleno.
Fortunatamente in Mediterraneo non troviamo meduse estremamente velenose come Chironex fleckeri, una cubo-medusa (le più velenose al mondo) che vive nei mari caldi australiani.
In Mediterraneo si aggiudica il primato per tossicità Pelagia noctiluca, una piccola medusa (10 cm di diametro) di colore marrone-rosato, è provvista di lunghi tentacoli retrattili ed estremamente urticanti che dipartono dall'estremità dell'ombrello, possono raggiungere i 10m di lunghezza e sono molto sottili e semi-trasparenti, quasi invisibili in acqua, i grossi tentacoli orali sono dello stesso colore dell'ombrello e lunghi 30 cm. Deve l'epiteto specifico noctiluca alla capacità di emettere bioluminescenza.
In estate non è raro incontrare un gran numero di questi animali vicino costa e in acque molto basse, questi spostamenti sono dovuti a vari fattori tra cui la temperatura dell'acqua, le correnti e le migrazioni delle prede planctoniche.
Negl'ultimi giorni CalaFuria è stata invasa da questi splendidi animali, in particolare abbiamo riconosciuto esemplari di Pelagia noctiluca, Aurelia aurita
e Rhizostoma pulmo.
Sempre appartenenti al phylum Cnidaria abbiamo potuto ammirare Forskalia edwardsi un sifonoforo di circa 1m di lunghezza formato da una colonia di zoidi (unità individuali di una colonia di idrozoi) altamente differenziati e specializzati.
(Fino a 2:08 Forskalia edwardsi)
Assieme al gran numero di Cnidari abbiamo avuto a che fare anche con una serie di Ctenofori di diverse forme. Il phylum Ctenophora raggruppa organismi dal corpo trasparente, allungato a nastro o sferico, tentacolati o atentacolati, privi di cnidoblasti.
Il nome deriva dal greco e indica animali portatori di pettini.
Disposti in file longitudinali, sono formati da ciglia che battono sincronicamente, utilizzati per compiere piccoli spostamenti, e capaci di dar vita a giochi di bioluminescenza.
Questi i due esemplari che abbiamo incontrato nelle nostre immersioni:
Cestus veneris:può raggiungere la lunghezza di 1,5 m
forse un video rende meglio, notate la bioluminescenza tra 0:20 e 0:40 fissando lo sguardo sulle estremità del "nastro"
Bolinopsis infundibulum: lungo 16 cm, la bocca è situata sull'estremità sinistra del corpo (guardando la foto), nuota nella direzione della bocca guidando lo zooplancton direttamente nel sistema digerente.
Luca Saponari
Re: Cnidari e Ctenofori a CalaFuria
Gran bell articolo, complimenti Luca
Descrittivo e completo..niente da aggiungere
Pierpaolo
Descrittivo e completo..niente da aggiungere
Pierpaolo
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